Basilica Cattedrale di S. Maria Assunta
Fu innalzata tra il 1285 e il 1305, ampliando una precedente struttura a cionque navate forse databile tra il IX e il X secolo (alcune Bolle pontificie ne attestano l'esistenza al 1140).
Il complesso sorge sull'area delle antiche terme romane, di cui si conservano varie tracce all'interno della Basilica, lungo i portici del Chiostro e nell'atrio antistante la Cisterna, senza trascurare l'eloquente testimonianza fornita proprio dal riuso di tale impianto come piscina limaria per il deflusso delle acque reflue termali, prima della definitiva trasforma- zione in luogo sacro (probabilmente solo dal X-XI sec.). Vista dall'esterno, la Cattedrale appare una tipica costruzione romanica, con la facciata in conci di pietra d'Istria e il coronamento orizzontale che caratterizza diverse chiese abruzzesi dell'epoca, sebbene risulti che in origine la cornice superiore presentasse una cuspide e che questa fosse poi crollata a causa di un terremoto nel 1563. Il rosone e il maestoso portale sono opera di Rainaldo d' Atri, autore anche del primo dei tre portali della fiancata laterale destra, consacrato da Celestino V come "Porta santa"; gli altri due, i più antichi, si devono invece a Raimondo di Poggio, che diresse i lavori di costruzione nella fase iniziale (1288-1302). In particolare, lo stile decorativo di Rainaldo, ispirato a modi romani e pugliesi, acquisì l'autonomia di un'autentica "Scuola", molto seguita e diffusa nel!'Abruzzo del Trecento. L'interno, di forma rettangolare, rivela un'originale combinazione di romanico e gotico, come dimostra la doppia fila di pilastri ottagonali ripartitori delle tre navate, le cui massicce murature rivestirono ben presto le primitive agili colonne, rivelatesi inadatte a sorreggere gli ampi archi superiori a sesto acuto. La zona del Coro, rifatta negli anni Sessanta per consentire, attraverso aperture in vetro, la visione di ampi tratti pavimentali del precedente edificio termale scoperti nel corso delle operazioni di restauro, è ornata dal ciclo di affreschi mariani che l'artista abruzzese Andrea Delitio dipinse nel decennio 1480-1490. L'opera, di eccezionale pregio, è completata in alto da immagini di Evangelisti e Dottori della Chiesa, disposte in quattro "vele", mentre figure femminili che indicano le "virtù", sorrette da medaglioni, integrano gli spazi laterali.
Le pareti delle navate e gli stessi pilastri sono arricchiti da affreschi dell'epoca, per lo più di scuola delitiana, tra cui la Madonna d'alto mare, rara rappresentazione della Santa Casa di Loreto trasportata dagli angeli, con l'originario porticato ligneo. Gli affreschi della controfacciata, attribuiti invece all'artista marchigiano noto come Maestro di Of-fida, sono datati al sec. XIV, ma l'opera pittorica più antica è sicuramente il Contrasto dei vivi e dei morti, nell'ultimo tratto della navata sinistra: in chiaro stile bizantino, lo spavento di tre nobili davanti a due scheletri usciti dalla tomba simboleggia l'inconsistenza delle ricchezze terrene. Le navate mostrano altre opere di notevole interesse: la Cappella di S. Anna, costruita nel 1503 dal lombardo Paolo de Garviis su commissione del duca Andrea Matteo III d' Acquaviva; il Battistero, del medesimo artista, coronante la vasca con all'interno un'ulteriore vaschetta e quattro leoncini rampanti di stile bizantino; la Cappella Arlini (1618), in legno dorato, dedicata a S. Giacomo apostolo; la Cappella Corvi (1577), in stile classico-rinascimentale; la Cappella di S. Nicola (sec. XVI), con la pala raffigurante i Santi Nicola e Omobono, protettori dei sarti. Sul lato sinistro compare inoltre il basamento del campanile, eretto su preesistenze romane nel 1252 e completato nel 1305 fino alle celle con le campane, mentre nel 1502 fu apposto il tamburo ottagonale con bifore e maioliche, progettato da Antonio da Lodi. In fondo a destra, infine, vi è il passaggio ali' adiacente Chiesa di S. Reparata, di epoca settecentesca, dedicata alla Santa patrona di Atri. Qui troneggia l'imponente tabernacolo ligneo scolpito a fine sec. XVII da Carlo Riccioni, sul modello del capolavoro bronzeo di Bernini nella Basilica Vaticana: fino agli anni Cinquanta era anch'esso un ornamento della Cattedrale.
Chiostro
Dal cancello dell'ingresso principale del Museo Capitolare in via Andrea De litio ( aperto nel periodo estivo e in occasioni particolari come, ad esempio, il periodo pasquale) si passa direttamente al portico inferiore del Chiostro Benedettino, datato ai primi del Duecento, sebbene le colonne stroncate al di sotto dell'attuale pavimentazione nel lato nord attestino l'esistenza di un impianto ancor più antico, probabilmente della seconda metà del sec. Xll. Il Chiostro si presenta come una costruzione in laterizio a due ordini di arcate per lo più a tutto sesto, che diventano a sesto acuto in un solo lato basale. Al centro dell'area inferiore figura un pozzo cinquecentesco a base ottagonale, abbellito con volute nel 1763. Lungo il camminamento è posizionato un ricco lapidario, con reperti di varia provenienza ed epoca storica
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Cisterna Romana
Ultimato il giro del portico, da una gradinata in mattoni si scende ad un atrio con volte a crociera, risalente intorno al 1460, nel quale si possono ammirare, tra l'altro, due pregevoli mosaici pavimentali: uno del II ec. d.C., con motivi geometrici in bianco e nero, l'altro della prima metà del III sec. d.C., sempre a tessere in bianco e nero. Da qui si accede alla cisterna romana, imponente resto archeologico che rappresenta un fondamentale elemento di studio sia delle tecniche un tempo applicate per la conservazione delle acque pubbliche, sia del destino finale delle acque termali. Costruita nella prima metà del III sec. a.e., essa fu infatti originariamente destinata alla rac-colta delle acque potabili per il servizio idrico della città, che vi giungevano incanalate da sorgenti sotterranee attraverso due sbocchi di adduzione, ancora visibili. Il primo cambio d'uso avvenne all'epoca della realizzazione del soprastante complesso termale (I sec. a.e. -I sec. d.C.), allorché l'impianto fu adibito allo scarico delle acque reflue, più o meno calde. Nel Medioevo, quando nella zona si avviò la progressiva edificazione della Cattedrale, la cisterna fu abbellita da un portale e quattro finestre provenienti da un edificio sacro di epoca normanna, mentre l'interno venne in seguito decorato con preziosi affreschi votivi, riferibili alla seconda metà del sec. XIV -primi decenni del sec. XV: tra essi, la Majestas Domini con il Cristo in mandorla e due gruppi di Santi e Sante
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Galleria
Risalendo la medesima gradinata, da una porta a vetri immediatamente di fronte si giunge in un locale che presenta sia il secondo ingresso della struttura, lungo via dei Musei, sia la scalinata che conduce al piano superiore, sede del Museo. Istituito nel 1912 per iniziativa di Mons. Raffaele Tini, Arcidiacono della Cattedrale e Vicario Generale della Diocesi di Atri, il Museo Capitolare occupava in origine solo le due ali ad est e a sud dell'attuale edificio, mentre negli anni Sessanta, in concomitanza dei restauri della Cattedrale, si estese all'ala nord del Chiostro superiore, in tale periodo ricostruita in luogo di alcuni vani adibiti ad appartamenti. Nella nuova ala furono rimontati gli armadi del demolito Coro interno, esposti i preziosi paramenti in precedenza conservati negli stessi armadi e collocati i tre polittici che un tempo poggiavano sui banconi della Sagrestia, anch'essa demolita. Il 29 maggio 1976 il dottor Gaetano Biodi donava al Museo cento ceramiche provenienti dalla collezione approntata dal padre, dottor Vincenzo. Esse arricchirono una sezione che già vantava i 40 pezzi di proprietà del Capitolo Concattedrale. Successivamente, il prof. Gabriello Illuminati e la sorella dr.ssa Eleonora fecero dono al Capitolo di opere lignee e bronzee del loro padre Tommaso: insieme ad alcune sculture del prof. Luigi Tascini, esse furono esposte nell'ultima sala del Museo. L'allestimento definitivo, così come oggi configurato, risale invece al 1994 quando, grazie al generoso intervento della Fondazione TERCAS, vennero costruite le nuove bacheche per gli argenti e le ceramiche
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