È dedicata alle ceramiche. A destra, è affisso a parete il diploma di laurea di Francesco Antonio Saverio Grue, datato 1798, mentre subito dopo inizia la successione delle vetrine modulari nelle quali sono esposte maioliche di Castelli e di officine di ceramica popolare, raccolte e conservate nel tempo dai canonici del Capitolo Concattedrale di Atri. Di particolare interesse, proprio all'inizio, una coppia di scodelle su piede ad uso di bacini murari che, insieme ad alcuni frammenti, provengono dalla Chiesa di S. Nicola di Bari in Atri (metà sec. XIII); i bacini facevano parte di una serie che decorava la primitiva facciata della Chiesa, consacrata nel 1256; coperti da intonaco in epoca successiva, sono stati rinvenuti nel 1996, durante lavori di ripristino (i restauri, curati da Giuliana Gardelli, hanno appunto permesso la ricostruzione della coppia in vetrina). Seguono pezzi di varie tipologie, i cui autori rappresentano le firme più prestigiose della maiolica castellana e, più in generale, abruzzese (ad es., di Bussi). Tra essi: Anastasio Grue, Liborio Grue, Aurelio Grue, Carmine Gentili, Berardino Gentili, Silvio De Martinis. In una separata bacheca centrale, sempre a muro, interrompe la sequenza una preziosa Madonna col Bambino, terracotta invetriata bicolore attribuita a Luca della Robbia (fine sec. XV). Al centro della sala, in una parallela serie di vetrine è invece ospitata la collezione Bindi, raccolta di cento pezzi (piatti, mattonelle, piastrelle, vasi, ecc.) donati dal dr. Gaetano Bindi in memoria del padre Vincenzo, attento e appassionato cultore d'arte specialmente ceramica. Anche qui sono presenti i grandi autori castellani: ai nomi già citati si aggiungono quelli di Carlantonio Grue, Francesco Antonio Grue, Nicola Cappelletti, Giacomo Gentili, Niccolò Tommaso Grue, Saverio Grue, Gesualdo Fuina, Fedele Cappelletti, ma anche opere delle botteghe artigiane di Bussi, Lanciano e Torre de' Passeri. La collezione si è arricchita di recente con l'acquisizione in comodato dall'erede Bindi, Alberto Bindi Scoponi, di un servizio per la cioccolata: chicchere e portachicchere dovute in prevalenza all'arte di Carlantonio Grue. È stato inoltre donato dalla famiglia Ripa di Rimini un tondo raffigurante S. Francesco Saverio, opera di Francesco Saverio Grue. In fondo, in una bacheca singola, spiccano due splendidi albarelli di Francesco A. S. Grue (sec. XVIII), raffiguranti la "Natività" e !"'Adorazione dei Magi". Intorno a tale bacheca, ossia nella porzione finale della sala, definita anche separatamente come sala 8, sono poste alcune pregevoli terrecotte: una Madonna col Bambino attribuita a Carlo Dell'Aquila (circa 1485); una Madonna dell'ambito di Silvestro Dell'Aquila (fine sec. XV - inizi sec. XVI), frammento di scultura proveniente dalla Chiesa di S. Agostino in Atri; altre due terrecotte policrome che in passato ornavano la medesima Chiesa, S. Caterina d'Alessandria e S. Giuseppe d'Arimatea, entrambe opere d'arte abruzzese di metà sec. XVI. Nell'angolo, Aquila e serpente, parte di un antico ambone (sec. XIII) della Cattedrale di S. Maria Assunta, in pietra scolpita, policromata e in origine dorata.